Ogni volta che trovate il coraggio per affrontare lo sconosciuto, sfidando il vostro bisogno di certezze e di riconoscimento, aprite in voi l’accesso a nuove risorse.
Queste risorse innate restano dormienti fintanto che nuovi stimoli non destabilizzano il sistema di funzionamento automatico che può agire solo riproducendo ciò che è già conosciuto.
Man mano che passano gli anni della vostra vita, il conosciuto si fa sempre più cospicuo e quindi il vostro cervello riproduce sempre le stesse risposte, scotomizzando anche gli stimoli nuovi che arrivano.
Dovete essere molto consapevoli di questa “pigrizia” del sistema che si intensifica sempre di più con l’avanzare degli anni. I nuovi stimoli, qualora percepiti, vengono allontanati come fastidiose interferenze e non utilizzati come sprone al cambiamento. Questo accade a tutti i livelli, fisico, emotivo, mentale e spirituale e può essere percepito come stanchezza, irritazione, pigrizia travestita da desiderio di pace o profonda svalutazione del proprio sé.
Questo è ciò che chiamate invecchiamento. L’invecchiamento è dato dalla progressiva chiusura al nuovo, dalla resistenza al cambiamento, dall’uscita dal flusso naturale delle cose. E’ la resistenza che logora i tessuti.
Se restate flessibili e accogliete le correnti energetiche che vi attraversano senza cercare di bloccarle o trattenerle, potrete esserne costantemente rigenerati.
Più sarete flessibili, permeabili e in grado di modificare le vostre posizioni interne ed esterne, e più il vostro potenziale sopito potrà dispiegarsi entrando in contatto sinergico con le energie vitali che sono profusamente disponibili nell’universo.
Se vi aprite e accettate di cambiare, sarete profondamente nutriti dalla vita avendo accesso a risorse per voi inimmaginabili.
Isolati nel vostro piccolo sé soccombete. Connessi alla rete e al senso più alto prosperate.
Monza, 21 febbraio 2020