La paura, nelle sue molteplici forme e manifestazioni, è ciò che più in assoluto vi separa dalla Vita. La paura è ciò che mantiene e riproduce all’infinito tutte quelle reazioni, che costantemente vi separano dalla realtà di ciò che è. La paura di fatto non si basa mai sull’esperienza reale, ma poggia sempre sui ricordi di esperienze passate e sulle proiezioni di scenari speculativi. Quello che sentite nella realtà quando siete di fronte ad un pericolo vero, è un istinto di fuga o di attacco, che è rivolto a garantire la vostra sopravvivenza nell’istante che state vivendo. Ma il trauma o lo shock si annidano nella memoria e il vostro cervello, nel tentativo di proteggervi dal riverificarsi di tali avvenimenti, elabora complesse strategie difensive, un insieme di reazioni automatiche, che per forza di cosa nulla ha a che vedere con l’istante che state vivendo.
La paura costituisce il tessuto di cui è fatto l’abito che indossate, la vostra personalità. Quando siete nella forma esterna, in questo guscio, anche ciò che chiamate amore è imbevuto di paura, paura di restare soli, paura di perdere, di non avere abbastanza, di morire di fame. Lì, nella superficie della vostra personalità, non c’è spazio per l’amore. E questo guscio di paura diventa via via più spesso, fino a imbozzolarvi, rendendovi impermeabili, refrattari, nell’impossibilità di essere nutriti. E così facendo rimbalzate come biglie impazzite, senza avere mai uno scambio, una connessione vera. Così, un giorno dopo l’altro, questo guscio di paura, che in origine aveva lo scopo di proteggervi, vi soffoca fino a farvi morire.
La paura può assumere forme molto evolute e sottili, travestirsi da elevato disinteresse, distacco, senso di superiorità, umile asservimento, bisogno di riconoscimento, confusione, falsa abnegazione, bisogno di conoscenza e così via. Se vedete bene, tutti i prodotti della mente, quando questa non è asservita al cuore sono fatti di paura. Ma paura di cosa? Cosa può esserci di peggio di quello che state vivendo? Che cosa può farvi più male di questo apparente benessere mortale? La risposta è una sola: Vita.
La vita che non riuscite a gestire e a controllare, la vita che inarrestabile procede nonostante voi, la vita che, nonostante i vostri sforzi di distruggerla e asservirla, vince sempre. E se siete nella paura, la sua grande beffa è la morte. Quando siete in quello stato, dovreste invocare la morte, come unica liberazione. La paura di morire che ha la vostra personalità, vi fa morire un respiro dopo l’altro.
Per vivere, invece, dovete lasciare morire quella parte di voi che gestisce il controllo, quella parte di voi che rifiuta di stare nella vita.
Ma di cosa avete paura? Che cosa avete da perdere se non questo piccolo e insensato guscio? È tutto lì, alla vostra portata, in ogni momento, basta che accogliate ciò che è, basta semplicemente che apriate la porta del vostro cuore e permettiate alla Luce di entrare.
La vita si cura da sola e vi cura, come individui e come specie, molto di più e molto meglio di quanto voi possiate mai fare. È sufficiente che voi lasciate lo spazio, ignorando la paura e rivolgendo lo sguardo a quell’oceano infinito d’amore, che è invece ciò che costituisce la vostra essenza.
Torniamo a ripetere che l’unica scelta che avete è su cosa decidete di posare il vostro sguardo, a cosa decidete di indirizzare la vostra volontà.
Creatori o distruttori, scegliete voi. Con voi sia la pace.
Monza, 02.07.2010