“Flessibilità e adattabilità sono due condizioni indispensabili alla sopravvivenza.
Quando non sappiamo esercitare queste due qualità, siamo molto più esposti ai rischi che derivano dal distacco del reale. Sopravvivono le specie che più rapidamente riescono a integrare le variazioni delle condizioni di vita e a sviluppare le conseguenti strategie di sopravvivenza. Il mutare è quindi fondamentale per garantire la vita.
Noi, tra tutte le specie, corriamo un grave rischio dato dalla capacità di progettare. Quando siamo nel progetto, rischiamo, se non facciamo costanti verifiche del dato di realtà, di separarci da ciò che sta realmente accadendo.
Esercitare la flessibilità significa sviluppare l’ascolto, la ricezione di ciò che è, e adattare i nostri programmi alla realtà, non viceversa. In termini più concreti, questo significa confrontare nel quotidiano i nostri pensieri, i nostri giudizi, le nostre speculazioni con ciò che sta realmente accadendo. Abbiamo, nella nostra vita, un’infinità di esempi in cui il grosso danno ci è derivato da non aver percepito il dato di realtà, eppure continuiamo imperterriti a non voler cambiare, modificare nulla di ciò che la nostra mente un giorno ha progettato. Così vi fate molto male e in questo stato d’incoscienza rischiamo di produrre molto danno intorno a noi.
Presenti a noi stessi e al mondo che ci circonda e non dispersi nel labirinto della nostra mente: solo così possiamo sperare di essere di una qualche utilità a noi stessi e al mondo.”
Testo tratto da “Trasmissioni I” di Micaela Vannucchi e Valeria Namiri
Guarda il video con la lettura e il messaggio di Micaela Vannucchi